Ogni giorno centinaia di persone si avventurano nel “viaggio della speranza” con un unico obbiettivo: fuggire dalla guerra, fuggire dalla disperazione, trovare rifugio e l’opportunità di un futuro migliore. Purtroppo tutte queste speranze vengono vanificate quando si scontrano con la dura realtà dei fatti, rientrando in una deprecabile meccanica che schiaccia queste anime disperate fra l’ingranaggio del malaffare e dell’illusione, quando chi lucra su questi eventi, spinge i cosiddetti “migranti” ad avventurarsi in viaggi disumani e pericolosissimi, per approdare su un Continente in crisi, dove le loro speranze vengono frustrate dalla situazione reale.
Comunque la si pensi politicamente, è indubbio, che la morte di uomini, donne e bambini non è qualcosa che può lasciarci indifferenti. L’Italia si trova al centro di questi flussi migratori e fino ad ora, è stata lasciata praticamente sola a gestirli, ma come può un Paese in crisi assumersi un impegno tanto gravoso? La risposta è ovviamente: non può, non senza l’aiuto dell’Europa, che fino ad ora, non sembrava aver accennato ad alcuna apertura in tal senso. Per fortuna, apprendiamo che la Commissione europea e i ministri degli Esteri e degli Interni, finalmente, sembrano aver fatto qualche passo in questa direzione e anche se è, per il momento, una dichiarazione piuttosto aleatoria, ci auguriamo tutti che presto possano far seguito fatti concreti. L’unico rammarico è che ci sia voluta la morte per annegamento di più di 1000 persone, per far prendere coscienza a tutti di quello che sta accadendo.
Amnesty International Italia accoglie con favore tale gesto da parte dell’Europa e rinnova la richiesta di firme per il proprio appello: “Prima le persone, poi le frontiere“, al fine di creare una più salda ed efficace collaborazione inter-europea sulla questione.