“Sentivo le grida strazianti, i colpi di armi da fuoco e… quel suono. Orribile, gutturale: sembrava il ruggito di un qualche animale. Feroce. Di una Bestia. Mi sono buttata nel vicolo vicino alla chiesa, in un cassonetto. L’attimo prima ero coi miei amici, felice di fare colazione dopo una nottata agli Inferi [ndr: noto locale del quartiere romano]. Quello dopo, pregavo rannicchiata fra sporcizia e topi che quella non fosse la mia ultima alba“: è il drammatico resoconto raccolto dalle Forze dell’Ordine da uno dei pochi sopravvissuti alla strade di Trastevere, sabato scorso. Una scena surreale, tragica e ancora inspiegabile, in una delle culle della romanità per eccellenza: Campo de Fiori, piazza di artisti e notti brave, cuore pulsante della Capitale. Proseguono infatti le indagini per ricostruire le ragioni della follia che, nella notte di sabato 26 marzo, ha causato la morte di almeno 12 persone – per lo più adolescenti – e il ferimento di altrettante: tre gravi, in prognosi riservata nel reparto di rianimazione del Bambin Gesù, due in coma farmacologico. Le indagini si stanno concentrando sulla dinamica che ha portato alla tragedia. Le testimonianze sono confuse, complice l’ora tarda, ma tutte convengono su di un punto: un uomo distinto, di mezz’età, ha cominciato a colpire selvaggiamente due artiste di strada, per poi accanirsi sul resto della piccola folla radunatasi per la performance delle due. L’uomo, un caucasico la cui identificazione resta ancora oggetto indagine, era sotto evidente effetto di sostanze stupefacenti e ha usato ogni sorta di arma improvvisata, pur di aver ragione delle sue ignare “prede”: termine usato da M., un altro sopravvissuto alla strage. “Le ha massacrate, ve lo giuro sui miei figli, massacrate. Le ha colpite, morse e sbranate al collo come un animale e poi, non contento, ci ha braccato per la piazza, inseguito per i vicoli, come un leone in un branco di agnelli. Uno dopo l’altro, senza nemmeno il tempo di capire cosa stesse accadendo. Non eravamo più uomini e donne ma prede che, disperate, cercavano una via di fuga nella speranza di non inciampare nei corpi”. La furia omicida dell’aggressore è divampata per pochi, tragici minuti, prima di spegnersi di colpo grazie all’intervento delle Forze Armate di presidio nella zona di Trastevere, a Via dei Giubbonari. L’uomo è stato neutralizzato e posto in stato di arresto. Ora è in isolamento, nel vicino carcere di Regina Coeli.
Le autorità non hanno rilasciato dichiarazioni, rimandando ulteriori aggiornamenti ai doverosi e delicati approfondimenti delle indagini, nella speranza di portare presto alla luce la ragione di questa sconsiderata mattanza che, a oggi, non ha ancora un movente. Nelle prossime, compatibilmente col rispetto delle indagini, seguiranno ulteriori aggiornamenti.